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Anarkikka: l’arte come via per l’espressione e la comunicazione

Anarkikka, illustratrice e vignettista, sarà una delle protagoniste della mostra “Presente e Futuro: parole, immagini, visioni d’artista su Amore, Guerra, Lavoro, Crisi, Migrazione”, dal 2 maggio al Teatro Arena del Sole Bologna.
In questa intervista Anakrikka racconta il motivo per cui ha deciso di partecipare al progetto Futuri Maestri. 

La cosa che più mi ha colpito del progetto Futuri Maestri, e la ragione per cui ho accettato di esserne parte, è che vi sono coinvolti bambine, bambini e adolescenti. Quando i miei progetti sono in mostra nelle scuole, se posso, partecipo volentieri agli incontri con i ragazzi.

La loro presenza è molto stimolante per me. Mi piace entrare in contatto diretto con loro. Perché sono più liberi di noi, più spontanei, poco strutturati, come invece siamo noi adulti, chiusi nei nostri piccoli egoismi, forti delle nostre certezze granitiche. Quindi mi stimolano riflessioni nuove. Io ho 50 anni e provo a scansare la tendenza a fissarsi che rischiamo da adulti, ho bisogno di smuovere e smuovermi. E loro mi aiutano a farlo perché pongono domande e ti fanno notare cose che noi adulti abbiamo perso un po’ di vista.

Per riflettere sulla realtà ho bisogno di capire al di là delle convinzioni e delle convenzioni e quindi questo loro approccio mi interessa.

E poi i ragazzi e le ragazze di oggi sono particolarissimi, hanno strumenti diversi da quelli che avevamo noi, vivono in un modo diverso dal nostro.

Un altro aspetto interessante di Futuri Maestri è l’accento posto sull’arte come via per l’espressione e la comunicazione. L’arte come linguaggio che aiuta a esprimerci superando le barriere. L’arte che è anche catarsi, ti aiuta a crescere, ti mette davanti ai tuoi problemi, ai tuoi limiti, ai tuoi punti di forza. E questo per i ragazzi può essere importante, perché il mondo adulto non li ascolta, noi siamo sempre più chiusi, intimoriti, e loro ci percepiscono distanti.

In questo senso l’arte può diventare un modo per comunicare, per parlarci, è denuncia e confronto. E come tale ha bisogno di reciprocità.

Per questo non sempre uso la parola “artista” per descrivermi, parola che spesso si associa a un modo elitario e autoreferenziale dell’esprimersi, all’idea che l’artista resti un po’ fine a se stesso.

Io ho iniziato per voglia di partecipazione, coincisa con una rinascita. Mi sono ripresa la mia voglia di disegnare, e da lì sono ripartita, come autrice, recuperando e scoprendo di me anche cose che non sapevo di avere, come l’ironia.

La mia pagina Facebook aveva un bel riscontro, riuscivo ad arrivare alle persone e allora ho continuato, e una parte di questo impegno è anche diventato il mio lavoro, che nel frattempo avevo perso.

Collaboro soprattutto con associazioni e con le istituzioni che si occupano di temi sociali. La mia scelta è molto chiara: parlo di diritti, di discriminazioni, di violenze e il mio è un lavoro di denuncia.

Vorrei che la possibilità di esprimersi creativamente e liberamente fosse proposta sempre più come percorso formativo. I bambini sono tutti creativi e questa propensione dovrebbe essere aiutata e potenziata. L’arte libera dalle sovrastrutture e dai pregiudizi, avvicina le persone.

L’opera che ho scelto di esporre nella mostra del progetto Futuri Maestri non è tra quelle a cui sono più legata, ma scegliendo la parola CRISI, è quella che più si coniuga anche con le mie denunce sulle discriminazioni che subiscono le donne, che nella crisi sono ancora più vulnerabili di quanto non siano normalmente. È la storia di una donna divorziata, non più giovane, rimasta sola con una bambina, che incontra difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro.

Ora giochiamo con le parole chiave del progetto Futuri Maestri: che cosa significano per te Amore/Guerra/Crisi/Migrazione/Lavoro in una parola?

Amore = sorriso
Guerra = morte
Crisi = sbandamento
Migrazione = accoglienza
Lavoro = vita

 

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